FOOD, GENITORI

Guida 2.0 per Genitori: Gestire un Figlio con Disturbi Alimentari

Al giorno d’oggi i problemi legati all’alimentazione, sono molto diffusi in tutto il mondo con delle ripercussioni significative nella vita delle persone, non così semplici da affrontare e che molte volte sfociano, purtroppo, in episodi drammatici.

I disturbi legati all’alimentazione, più di tutte le altre malattie, nella gran parte dei casi sorgono a causa di insicurezze e debolezze a livello psico-fisico.

I disturbi alimentari si manifestano su persone di tutte le età anche se diversi studi dimostrano come questo disturbo sia, purtroppo, molto diffuso proprio tra le giovani generazioni.

Si dice che l’età di esordio vada dai dieci anni fino ai trenta con il picco massimo per l’insorgere della malattia intorno ai diciassette anni.

Questi dati mettono in evidenza uno scenario preoccupante che deve essere approfondito accuratamente per capire la complessità che si cela dietro questi disturbi e soprattutto come imparare a gestire efficacemente un famigliare affetto da queste problematiche.

Vediamo ora che cosa si intende per disturbo alimentare e quali sono quelli più diffusi tra le giovani generazioni.

Per disturbo del comportamento alimentare identificato dagli esperti come DCA, si intendono quelle patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da una preoccupazione particolarmente eccessiva per il proprio peso.

Tra gli adolescenti affetti da disturbi alimentari le patologie più diffuse sono legate all’anoressia e alla bulimia nervosa, che si manifestano soprattutto tra le ragazze ma che stanno riscuotendo grande diffusione anche tra i ragazzi.

Questi disturbi alimentari spesso si manifestano nei vostri figli con la diminuzione della quantità di cibo ingerito, con l’abuso di lassativi e diuretici per mantenere controllato il peso, tantissima attività fisica, vomito, grandi abbuffate di cibo. In ogni caso ci sono dei criteri ben precisi per diagnosticare queste patologie, che solo medici esperti possono diagnosticare.

L’insorgenza di queste patologie nella maggior parte dei casi è un problema che parte dalla mente e dalle emozioni di questi adolescenti che non si sentono a loro agio con il loro corpo, che hanno subito delle critiche o che devono affrontare delle problematiche nella vita privata molto intense e delicate.

Vediamo ora come affrontare nel dettaglio il rapporto con i propri figli adolescenti affetti da queste problematiche.

 

 

Imparare ad affrontare correttamente il disturbo alimentare di vostro figlio

I disturbi alimentari sono una patologia molto particolare, difficile da diagnosticare per il genitore che nella maggior parte dei casi si accorge del problema solo in presenza di una perdita di peso eccessiva.

D’altra parte per la persona che soffre di un disturbo alimentare è molto difficile chiedere aiuto, sia perché potrebbe non essere consapevole del problema sia perché si sviluppa in se un senso di disagio nel chiedere aiuto.

Una volta compreso il problema, è complesso per un genitore gestirlo correttamente, da un lato perché i figli spesso tendono a negarne l’esistenza, in quanto chi soffre di questi disturbi non è più in grado di giudicare in modo obiettivo il proprio corpo, dall’altro perché il genitore stesso tende ad assumere dei comportamenti errati e controproducenti come colpevolizzare il figlio, vergognarsi della sua malattia e altro.

Trattandosi di patologie legate a manifestazioni di disagio e problemi esistenziali, per essere affrontate è importantissimo rivolgersi a specialisti del settore, come psicologi, medici e nutrizionisti che dispongono di conoscenze tecniche specifiche per affrontare queste patologie.

Ma come potete ben immaginare portare di forza vostro figlio affetto da disturbi alimentari da un’equipe di esperti non vi porterà ad ottenere grandi miglioramenti.

La prima cosa che un genitore dovrebbe fare quando si accorge di questo tipo di disturbi alimentari consiste nel lavorare sul suo modo di approcciarsi alla patologia. Evitare il problema, adottare dei comportamenti aggressivi, colpevolizzare il figlio o se stessi è controproducente. E’ utile in alcuni casi che il primo approccio con uno psicologo/medico sia intrapreso dal genitore, per valutare se è poi necessario intraprendere un percorso terapeutico anche con il figlio adolescente.

È molto più importante invece imparare a combattere il problema tutti insieme, incoraggiando il figlio, cercando di approcciarsi a lui in modo empatico cercando di scavare nelle sue insicurezze e difficoltà e cercando di rinforzare il suo valore personale. In questa situazione delicata limitare i commenti sulla patologia e sul cibo durante i pasti è sempre una buona accortezza.

 

Consigli utili per prevenire l’insorgere dei problemi alimentari

L’anima e l’autostima di un adolescente è ancora molto fragile e spesso basta una parola, uno sguardo o un commento per scatenare in lui un senso di disagio psico-fisico con sè stesso che lo porta a modificare completamente il proprio rapporto con il cibo.

Spesso infatti se i commenti sull’aspetto fisico vengono fatti da un familiare le ripercussioni negative sui figli sono molto più elevate.

Per questo motivo, ad esempio, il genitore dovrebbe cercare di evitare di fare paragoni o commenti negativi sull’aspetto fisico del figlio così come evitare troppi commenti sul cibo a tavola.

Il genitore invece dovrebbe dare il buon esempio, senza accusare i figli di essere troppo grassi e soprattutto senza far percepire l’alimentazione come un problema, ma anzi far leva, senza esagerare, sull’importanza di un’alimentazione sana.

Preparare pasti sani, equilibrati limitando l’acquisto di cibo spazzatura e l’utilizzo di dispositivi tecnologici come smartphone e televisione durante i pasti è un buon punto di partenza. Insegnare ai vostri figli ad essere consapevoli sulle loro emozioni e sensazioni che provano durante il pasto invece che focalizzarsi sugli effetti che questi generano sul corpo è molto importante.

È importantissimo per un genitore imparare ad ascoltare le loro emozioni, capire cosa provano e qual è il loro stato d’animo cercando di sviluppare empatia con le loro sensazioni aiutandoli ad affrontare le insicurezze e difficoltà.

Infine educare i figli sulla differenza tra un corpo magro perché sano e atletico e uno magro perché sottopeso o fuori forma, essendo da subito chiari su quali potrebbero essere le conseguenze.

💙 Emanuel Mian

Psicologo-Psicoterapeuta/EmotiFoodCoach

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